In pensione a 64 anni: un sogno che, nel 2025, per molti diventerà realtà grazie ad un piccola ma fondamentale modifica del Governo.
Andare in pensione con ben tre anni di anticipo dal prossimo anno sarà davvero molto più semplice. la notizia è stata accolta con entusiasmo da milioni di lavoratori che non vedevano l’ora di trovare un modo per “sfuggire” alla legge Fornero secondo la quale, per accedere alla pensione, è necessario avere non meno di 67 anni.
La legge Fornero non verrà toccata: in questo momento cancellarla comprometterebbe la stabilità dell’intero sistema previdenziale su cui si regge l’Italia. Le casse dell’Inps – e il crollo delle nascite che non vogliono saperne di tornare a salire – rende impossibile, al momento, una riforma delle pensioni strutturale che vada nella direzione di agevolare troppe uscite anticipate di massa dalle aziende o dalla Pubblica Amministrazione.
Tuttavia, è bastato apportare una piccola – ma importantissima – modifica ad un requisito per fare in modo che, dal prossimo anno, andare in pensione prima sia più facile per tutti. In particolare, grazie a questa modifica del Governo Meloni, tanti potranno lasciare il lavoro già a 64 anni.
Anticipare di qualche anno l’età pensionabile non solo significa consentire a milioni di lavoratori di avere più tempo a disposizione per se stessi ma significa anche favorire il ricambio generazionale nei luoghi di lavoro e, di conseguenza, combattere la disoccupazione giovanile.
In pensione a 64 anni: ecco che cosa cambierà dal prossimo anno
Il sogno di tanti lavoratori finalmente, nel 2025, diventerà realtà: tanti potranno accedere alla pensione a soli 64 anni anziché a 67 e sempre cono solo 20 anni di contributi. Il Governo ha modificato un requisito per rendere questa possibilità fruibile da un gran numero di lavoratori.
La legge Fornero, come anticipato, non verrà cancellata. Pertanto, anche nel 2025, per accedere alla pensione di vecchiaia sarà necessario avere 67 anni e non meno di 20 anni di contributi. Tuttavia c’è una categoria particolare di lavoratori che già ora può andare in pensione a 64 anni sempre con 20 anni di contribuzione.
Si tratta dei lavoratori “contributivi puri”, cioè coloro che non hanno contributi antecedenti al 1996, anno in cui le pensioni hanno iniziato ad essere calcolate, appunto, con il sistema di calcolo contributivo e non più con il sistema di calcolo retributivo. Siccome le pensioni calcolate interamente con il sistema contributivo pesano decisamente meno sulle casse dell’Inps, chi rientra totalmente in questo sistema può fruire di questo vantaggio e andare in pensione già a 64 anni.
Ma per beneficiare di questo sconto sull’età anagrafica è necessario che l’assegno previdenziale maturato sia pari o superiore a:
- 3 volte l’importo dell’Assegno sociale per gli uomini e per le donne senza figli;
- 2,8 volte l’Assegno sociale per le donne con solo un figlio;
- 2,6 volte l’Assegno sociale per le donne che hanno due o più figli.
Dal prossimo anno, per raggiungere queste soglie minime, i lavoratori potrebbero anche anche avvalersi delle pensioni integrative private. Pertanto se un lavoratore, arrivato a 64 anni e 20 anni di contributi, raggiunge 3 volte – o 2,8 volte o 2,6 volte – l’importo dell’Assegno sociale non solo grazie a quanto ha versato all’Inps ma anche grazie alla sua pensione integrativa, potrebbe tranquillamente accedere alla pensione.
Questa modifica – se verrà approvata definitivamente da Camera e Senato – permetterebbe, pertanto, di accedere alla pensione anticipata a molti più lavoratori in quanto sarebbe molto più facile raggiungere le soglie minime previste.